PRISON CHRONICLES / 2006 I N.0
UN MERCOLEDÌ MATTINA
Dino G
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Avevo fatto tutti i preparativi per festeggiare i miei 50 anni con amici e parenti, ma a causa di un mio sbaglio non ho avuto questa opportunità che aspettavo con ansia.
Un mercoledì mattina, alle 5,30 mi ferma una pattuglia della guardia di finanza, al casello di Vipiteno, sembrava che aspettassero solo il mio arrivo, e nel controllare l’interno del mio camion, trovano quello che ha causato la mia rovina come uomo, si avevo accettato di trasportare una valigia contenente la cocaina, accecato dal guadagno facile, forse a causa del mio intento di mettermi in proprio come trasportatore, oppure dallo stesso ragionamento degli altri, “Lo fanno tutti ci provo anch’io”
Comunque sia il motivo non importa, da dove mi trovo ora ne ho pensati tanti, cercato delle scusanti a questo mio comportamento, ma alla fine la conclusione è sempre quella, ho sbagliato, e di questo ne sono consapevole, anche se in questi mesi di reclusione, con altri compagni di sventura, ho avuto modo di sentire tante storie, fatti realmente accaduti, sia che riguardano chi ha sbagliato, sia ha il compito di far rispettare la legge, già la legge, scritta dall’uomo, che in molti casi se ne serve a proprio uso e consumo, dipende solo dalla posizione sociale ed economica in cui si trova per trarne i diversi giudizi.
Può sembrare un’opinione di parte, visto che la esprime un galeotto, allora basta seguire i vari notiziari e leggere i quotidiani per dare riscontro a queste mie recriminazioni. Il comportamento delle forze dell’ordine, il sistema che usano per raggiungere il proprio scopo, si, devono prevenire e bloccare la delinquenza, salvaguardare il diritto della libertà, civiltà e democrazia di chi rispetta le regole di questa società, io mi chiedo questo, ma, da come lo fanno, dal sistema che usano, siamo sicuri che questi signori danno la giusta impressione di quello che fanno? Seguono le regole? Salvaguardano l’incolumità sia del libero cittadino che di persone come me che hanno sbagliato?
Io provo ad esprimere la mia opinione, dalla mattina del mio arresto, trattato come un oggetto, vedere questi signori godersi la propria vittoria “dovuta senz’altro ad un’infamità” farsi le foto sul camion, come fanno i cacciatori sulle prede abbattute, cavolo se mi sentivo distrutto, umiliato più dal loro modo di fare dal momento dell’arresto fino all’arrivo in carcere e non per la mia infrazione della legge.
Dicono che il mio reato è secondo solo all’omicidio, non so cosa dire, in questi mesi però ho avuto modo di pesare questo giudizio, possibile che io sia più criminale di uno stupratore di donne o bambini? Trafficanti di organi umani? Sequestratore di persone a scopo di ricatto? Dio Santo, ma chi è che ha il coraggio di paragonare un corriere di cocaina a questi personaggi? Poi mi faccio un’altra considerazione, ma la cocaina, chi la usa, perché la usa, dicono che si può morire nell’abuso si ok, ma ditemi, il fumo, l’alcool non portano alla stessa cosa? Allora perché questi articoli non sono anch’essi illegali?
Ma la cosa più importante, che riguarda il mio reato, e che mi martella in testa, la stragrande maggioranza di persone che fanno uso di stupefacenti, nella nostra società, di qualsiasi ceto sociale, di qualsiasi lavoro che svolgono, come bisogna considerarli?
Questa domanda mi viene spontanea perché, secondo la legge, i detenuti che fanno uso di stupefacenti, sono da considerare malati, quindi hanno delle alternative agevolate nei miei confronti che ho la fortuna di essere sano, cioè non ne faccio uso. Poco tempo fa, lo scandalo dell’Onorevole MELE, riguardo a sesso e cocaina, come bisognerebbe considerare questo Onorevole, MALATO?
Quanti c’è ne sono come lui, che occupano posti istituzionali, compreso Giudici che hanno il sacro potere di giudizio, non so cosa pensare, spero solo che, quando sarò di fronte a questa persona, si sia alzata col piede giusto, che non sussistano problemi di astinenza.
Non credo di esagerare in questi miei timori, purtroppo la nostra società è piena di persone che fanno uso di stupefacenti, di qualsiasi età e posizione socio-politica, per non parlare poi delle forze dell’ordine, che con la scusa del sequestro, con relativa minaccia dell’arresto, se ne impadroniscono per il proprio uso è consumo.
Dio quante cose si sentono in ambienti come questo, anche tenendo conto che chi le racconta può essere prevenuto verso il sistema giudiziario, con questa esperienza posso dire che un buon 70% di quello che si dice è vero, nel mio caso mi è stato chiesto di dire la verità.
RORHOF