PRISON CHRONICLES / 2017
IL CHIERICHETTO DI CRISTO RE DIVENTA PRIMA BOSS E POI VICE SOTTOSCOPINO DI CELLA
BP
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Malinconiche e desolate erano quelle domeniche che non passavano mai, poche auto in giro solo cemento, le aree verdi stavano per scomparire avevano appena finito di costruire il ponte Palermo nel 74, i ghiaccioli costavano 100 lire , e il prete voleva sempre me come chierichetto perche ero “bello come il sole”(diceva lui) “un angioletto”, figlio unico con il padre tassista che lavorava sempre anche ai festivi e la madre che accudiva la nonna in sedia a rotelle. Negli anni 70 si correva al cinema in Piazza Cristo Re a guardare le prime visioni di Bud Spencer e Terence Hill, spesso quando finiva il film si rimaneva nascosti in galleria per riguardarlo e per poi tornare nella casetta di 40 metri al quinto piano in Via Duca D Aosta. Ogni tanto si andava dalla nonna ad Oltrisarco al “Vaticano” dove avevano preso la casa tut- ti i dipendenti della Magnesio, aspettavo il nonno che fumasse il pacchetto di nazionali così potevo prendere le 2 Brooklin (ciunghe) che erano in omaggio con le sigarette, il nonno che era stato deportato e prigioniero per oltre un anno senza mai avere rubato mai niente, gente povera, urla, discussioni, passava una macchina ogni mezz’ora, qualche vetro che si rompeva per una sassata, l ‘anguria, il ghiacciolo dall‘Odilla subito dopo il bar Principe.... Alle medie ripetei la terza media anche perché ero più al Bar che in aula e feci l’apprendista mura- tore per 500. 000 lire al mese dal 85 al 89 gli ambienti, le situazioni, mi portarono in contatto con le brutte compagnie. Nel 90 final- mente la naja nelle forze speciali paracadutiste su 3000 poco più di 200 siamo andati avanti la gente sveniva era durissima, feci il gravissimo errore di non firmare e rimanere nell’esercito ora sarei un maresciallo con 3 binari e con svariate missioni e brevetti, solo nel 90 effettuai 22 lanci militari di ogni tipo dal notturno a quello in mare o sulla neve, lanci da c130,g222,ch47,ab205....... ma con la testa che avevo sono andato ad aprire una partita IVA e iniziai a lavorare in proprio. Solo che dopo 8 mesi che non prendevo lo stipendio venne fuori tutta la mia rabbia. Ho incominciato a minacciare per avere i miei soldi ma arrivavano solo le denuncie e tra la rabbia e le cattive compagnie feci fallire la ditta comprando merce e non pagandola, assegni a vuoto ecc. I rapporti con i miei erano già alla frutta, via di casa cambiavo appartamento o stanza quasi ogni 6 mesi / 1 anno, iniziai ad andare a rubare e a fare truffe e quindi i primi arresti 89/94/95 era- no anni spensierati pieni di bella vita, serate, ragazze e alcool e la coca che dal 90/91 imperversava nella mia vita quotidiana. Nel 92 arriva la riforma penitenziaria, i “secondini” o gli “appuntà” (che nessuno si arrabbi!!!) diventano assistenti, sono loro che accompagnano i detenuti ai processi e non più i carabinieri, i giorni li decide direttamente il magistrato di sorveglianza non si va più in udienza. Qualche “vecchio” sta per andare in pensione ricordo il “migliore “ Serafini... All’epoca non c’era nessun straniero a parte qualche magrebino che incominciava ad arrivare per effetto della legge Martelli, la cocaina era gestita dai calabresi che poi furono “sterminati” con il famoso “clan dei calabresi”. Il stesso processo fu denominato “un processo di pulizia etnica” ma questo lo dicevano i quotidiani. Ero ormai sulla bocca di tutti dai poliziotti ai carabinieri, pregiudicati di ogni tipo, tossici, colletti bianchi, avocati, PM, giudici e comunità sinti oltre che i primi serbi che si rifugiavano dalla guerra e i primi albanesi “vecchi” erano in carcere o morivano. C’era lo specialista delle “Viennesi”, chi fece una gioielleria a mezzogiorno in galleria Vintola in pieno cen- tro, lo stesso scrivente tra capodanno 94/95, fece un colpo alla gioielleria Tiffany e con la lancia termica affrontò una cassaforte in via Roen. Abbiamo svuotato un’azienda in zona industriale, per non parlare degli 80 milioni ai piani di Bolzano, l’ufficio di un commercialista a cui abbiamo poi rivenduto gli stessi francobolli che avevamo rubato. Storie come queste si ripetevano ogni giorno fino a che un “colletto bianco”, viste le mie potenzialità e capacità, mi offrì di entrare in un “carosello fiscale” come “cartiere” (testa di legno), reato che sto pagano in questo momento16 anni dopo il averlo commesso. Tutti reati andati in prescrizione per gli altri del gruppo o sono deceduti i coimputati. Unico a pagare sono rimasto io, mentre “l’amministratore di fatto” si gode i soldi in giro per il mon- do. Ma non c’è da meravigliarsi di nulla. Nel febbraio 95 in prima sezione sono arrivati tutti gli appartenenti a tangentopoli i “grandi” che io odio e odiavo, politici, imprenditori e dirigenti amministrativi. Devo ammettere che il pm Di Pietro aveva fatto un giusto capolavoro, la gente andava in galera per un panino rubato in latteria e questi si arricchivano spropositatamente facendo reati e poi li vedevi in chiesa a fare le offerte o a parlare male dei galeotti spesso senza capire che magari avevano bisogno di aiuto perché si drogavano. L’eroina non era quella di oggi. Pura raggiungeva al massimo il 74% e girava tagliata 4 volte, stessa cosa vale per la cocaina 20/30 % di media contro il 60/70% dell’epoca. Nell’ambiente ero all’apice, il migliore che potevi trovare tra tutti i pregiudicati: corretto, di parola, di bella presenza e capacità. Un anziano pregiudicato, navigato nelle alte sicurezze di tutt’Italia mi mise in contatto (purtroppo) con un tizio che diventò in seguito mio coimputato. Negli anni 80 riceveva 500 kg di cocaina in qualsiasi parte del mondo, era segnato su tutti i taccuini di 178 paesi e fu la fine per me! Andavo in Colombia a trattare e poi tornavo in Europa a scaricare ingenti quantitativi di stupefacente, incontrando Boss e altri malviventi di rilievo. Ho sofferto molto in questi anni dal periodo dei furti a quello dello spaccio, perché sentivo che non era cosa per me, mi si chiudeva lo stomaco e non ero mai sereno, anche se potevo contare su un budget personale di 3 – 4 mila euro al giorno da spendere come volevo, donne, auto, coca a fiumi che non servivano a niente. Dentro di me si apriva sempre di più una voragine di tristezza e di insoddisfazione. Per effetto dei vari pentiti al pro- cesso eravamo già sotto controllo dalla DDA di Palermo e nel novembre 2006 il Gip ordinò la nostra cattura. 18 anni con la scelta del rito abbreviato per il “chierichetto”, portato a San Vittore in alta sicurezza, poi al Pagliarelli a Palermo, a Rebibbia (dove conobbi persone di spicco della malavita), Vicenza, Termini Merese, Bologna Dozza, Monza, Bolzano, Padova ecc. e tutto in as (alta sicurezza). Un altro mandato di cattura dalla DDA di Brescia per il ritrova- mento dei nostri 750 kg di cocaina purissima, un altro per 500 kg di “base”, in compagnia di personaggi ai quali bastava uno sguardo, una mezza parola ed eri già”pesato”. Controlli con il radar, controllo cella ogni ora, 4 ore di colloquio, 2 telefonate, niente lavoro, poca aria, regime duro ma buono, si viveva bene con loro nulla a che vedere con la popolazione detenuta di Bolzano. Una volta uscito ho dovuto lottare contro le pene accessorie, le 2 ex mogli, mio padre in casa di riposo che è deceduto e l’arrivo del definitivo per bancarotta. Insomma una vitaccia, sempre peggio... Fatta questa lunga premessa non voglio sembrare il Parry Mason della situazione anzi sono l’uomo più umile e buono su questo pianeta (non fatemi mai arrabbiare però), vissuto con una rabbia di fondo che ha sempre mosso il mio agire, con una profonda insicurezza. Ricordo di aver avuto tante paure, di essere stato un debole, che ha cercato di fare cose più grandi di lui, indotto da chi era veramente un criminale e mai protetto dai consigli della famiglia. Delle mie esperienze carcerarie e processuali posso tranquillamente dire senza offesa per nessuno. Il nostro sistema penale è saturo. Siamo circa 64. 000 detenuti su una capienza massima di 43. 000. 750 detenuti in 41 bis, introdotto nel 92 dopo la morte dei giudici Borsellino e Falcone. Il nostro paese è considerato secondo solo alla Bulgaria come carceri e sono 27 anni in cui in questo paese non esce un amnistia. I radicali sono orientati a “pulire” tutto il lavoro arretrato accumulato sui banconi nelle aule giudiziarie con un’amnistia per poi ripartire bene con l’effetto della pena certa e non la prescrizione dei C. B. “colletti bianchi”e un indulto fatto bene non come i due(considerati 2 fallimenti) del 2003 e 2006 . Per me dovrebbero capire che negli ultimi 30 anni (ne sono testimone vivente) sono cambiati i detenuti e i reati per- ché tutto il mondo è cambiato. Il Paese ha bisogno di una forte riforma come quasi tutti i paesi europei. In Germania, ma anche in Italia, la recidiva scende del 87% se la pena è scontata in una forma alternativa. Spezzo una grande lancia però per chi ”sta dall’altra parte”. Mi rendo conto che fare il giudice è difficile, soprattutto in un Paese dove è “obbligatoria l’azione penale” per i PM. Anche per la polizia penitenzia- ria, sempre a stretto contatto con i detenuti, a rischio di aggressioni, soggetta a turni massacranti, a stress psicologico, il tutto per eseguire il loro lavoro e poter così mantenere la famiglia. Non certo perché scontano un pena. Andrebbero riformate alcune leggi tipo la bancarotta del 1942 con successive modifiche. Ho visto assassini cavarsela con 11 anni mentre degli ubriaconi tossici trovati con un kilo di stupefacente 18/22 anni perché partecipanti a qualche associazione. Ho visto patteggiare 2 anni per 2 kili di coca e prendere 4 anni per una ricettazione e potrei andare avanti per pagine. Il Paese è stato travolto da una serie infinita di modifiche ai 4 codici e da eventi che ne hanno rivoluzionato gli articoli. Niente da obbiettare su giudici e pm che, a mio dire, hanno un compito difficilissimo dovendosi adeguare ad un sistema e a un codice penale ormai del tutto interpretabili e sterminati. L’augurio che faccio a tutti i detenuti e ai giudici è che trovino al più presto una riforma generale basata sull’abbattimento dei costi processuali e sui tempi dei processi, non è possibile che in questo Paese si vada definitivi 20 anni dopo aver commesso il reato(basti vedere il “chierichetto” che divenne boss e poi sottoscopino di cella), oppure a processare il detenuto in base alla densità di popolazione della città a cui è destinata la droga (80 comma 2). Articolo che ti aumenta della metà la pena e che non ti permette più di richiedere il patrocinio gratuito per il resto della vita. Roma è una piazza da 140 kili di cocaina al giorno, se trovato lì con 5 kili non viene richiesta un’imputazione, se trovato a Bolzano con 3 kili viene subito richiesta l’imputazione (73 dpr 309/90 aggravata dall’art 80 c 2). Vorrei concludere con la preghiera di aiutare i detenuti che troppe volte si sentono abbandonati da tutti, come il “chierichetto” che non aveva mai il fratello che lo difendeva, venuto su praticamente senza papà e mamma e che da grande, in detenzione domiciliare, tirava la coca ogni giorno per disperazione. Indebolito e massacrato da una valanga di denuncie, a volte per reati inesistenti, che hanno avuto come conseguenza la perdita del lavoro, dell’appartamento e della compagna, invece di essere aiutato come dovrebbero essere aiutati tanti mini spacciatori con il SERT e altri strumenti adatti. A Roma ci sono 20 metri cubi in cantina di braccialetti elettronici mai utilizzati, tante idee di politici pronte nel cassetto mai attuate. Se potessi tornare dal quel “chierichetto” e raccontargli tutto questo! Ora sarei in pensione da 1 anno con l’indennità avio trasportatore e aviolancio. Sarei pulito nel corpo e nella mente e non gonfio di coca alcool e steroidi anabolizzanti, mi godrei i miei figli avuti con 2 mogli diverse i quali hanno visto il padre sempre in galera. Auguro a tutto il mondo di non passare neanche un giorno di quello che ho passato io.... Vorrei non aver visto nulla, vorrei non sapere neanche il significato di un determinato articolo del cp o cpp o O. P. e godermi i miei figli che tra poco, dopo 30 anni di vita buttata nel cesso, mi daranno dei nipoti......
Il chierichetto
RORHOF