CELLA 21
PRISON CHRONICLES / 2011 N.9
SRU
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Buon giorno,
chi scrive è un ragazzo arrivato dalla Sicilia (Catania).
Voglio raccontare come si vive ogni singolo giorno dietro queste 4 mura.
Sono passati quasi 4 anni da quando sono stato rinchiuso, ma adesso che mi rimangono 2 anni e mezzo posso cominciare a pensare alle possibilità che potrò avere per poter usufruire di qualche misura alternativa sono in una cella di 8 persone di cui ogni singola persona vive la sua giornata a modo suo, per far passare il tempo il più presto possibile. Mi immedesimo nelle difficoltà che i miei compagni di cella hanno. Su 8 persone ci sono 3 in particolare che vivono in uno stato confusionario. Posso dire i loro soprannomi: il Buono, il Brutto e il Falso. Io in questo caso sono il quarto e sono il cattivo, ma non perché lo sono, ma solamente per il motivo che dico le cose che vedo e sento in faccia, senza fare eccezione. Purtroppo fa parte del mio carattere, ma ne sono orgoglioso. La mia giornata la vivo molto tranquillamente, anche se ho problemi, d’altronde ognuno di noi ha i suoi, ma non li faccio pesare ai miei compagni di cella. Il Cattivo è il responsabile della cella, cioè quello che cerca di far vivere nel miglior modo possibile sia lui che i suoi compagni. Anche se per qualcuno sono un rompiscatole, purtroppo in queste 4 mura viviamo in una cella molto ristretta, e se ogni persona si comporta come se fosse in libertà non si può vivere bene. Trascorriamo 20 ore in cella, io sono una persona alla quale piace tanto socializzare, quindi prendo sempre l’iniziativa per far passare il tempo più velocemente, tipo giocare a carte, dama, dialogare, scherzare. Dopo aver passato queste ore comincio a cucinare e sono le ore 17.00, faccio questo per far passare un altro po’ di tempo e anche perché ho la passione della cucina. Ognuno ha i propri compiti dentro la cella, per potersi sentire vivi, perché la vita qui è molto pesante e noiosa e se stai a letto diventi un morto vivente. Ma in questa mia esperienza (4 mura) ho notato che alcuni compagni di cella ti mettono in discussione, perché c’è sempre quello che non gli piace vivere per come è giusto. Dopo aver cucinato e grazie a Dio cenato, ci prepariamo un buon caffè e, per gustarci il sapore del bar, mentre lo beviamo facciamo 4 chiacchiere e dopo ci guardiamo un bel film. Arrivati alle 22:30 si spegne la luce della cella per poter dormire; chi non vuole dormire, per rispetto di chi dorme, va in cucina e si fanno discorsi del tipo di quando si era in libertà. Vivendo 24 ore su 24 insieme, si diventa come una famiglia e ci si conosce bene, anche i nostri caratteri, i principi e i valori della vita e tante volte vieni ad apprendere cose che nemmeno le mogli conoscono come noi. È dura ma devi convivere forzatamente e quindi devi fare sempre le cose più giuste per il bene di tutti. Parlando fra di noi si vede chi dice tante falsità, chi è sincero e chi pensa solo a se stesso ed è egoista. Essendo che dico le cose in faccia di quello che penso, gli faccio capire che essere falsi non è buono, prima di tutto per se stessi, è mancanza di rispetto verso i compagni e quando vedo queste cose non glielo permetto, perché il bello della vita è essere limpidi e trasparenti, senza avere vergogna di chi sei e dove sei, perché sbagliare è umano e chi sbaglia paga. L’importante è non sbagliare più, in poche parole “sbagliando s’impara”. Ma qualcuno, per nascondersi dalla vergogna, dice tante cose che sono false e io glielo faccio capire. Dopo mi dicono che sono cattivo, perché la verità gli dà fastidio, ma sono ugualmente fiero di tutto quello che faccio. L’importante è far capire che non sono una persona falsa. Arriva il Brutto che in questo caso è una persona egoista, in parole povere pensa solo a lui e non è buono, in quanto tutti noi abbiamo dei problemi e quando arrivano cerchiamo di aiutarci per affrontarli tutti insieme dandoci dei consigli per il bene di tutti (sempre per quello che si può). Ma come sempre quello che viene giudicato è il Cattivo, perché è quello che si oppone a questo genere di persone brutte. In tutto questo posso dire che c’è il Buono che vede le stesse cose del Cattivo, non per paura, ma solamente perché si dice la verità nel bene di tutti. Quindi, oltre a vivere una vita da morto vivente, trovi tante ostilità intorno. Adesso posso essere ancora più soddisfatto della mia vita e l’unico motivo è il sentirmi vivo in un mondo dimenticato da tutti.
Un grosso saluto a tutti
RORHOF